Intervista ad Antonella Fancello, Open Government e Sardegna

Dopo una settimana dall’ultima intervista ho deciso di partire subito con un’altra. Come seconda intervista ho chiesto ad Antonella Fancello, attivista digitale con cui parleremo di “Open Government e Sardegna“.

Open Government e Sardegna

Antonella da oltre 20 anni si occupa di attivismo nel digitale, si muove in tutto il territorio nazionale con particolare amore per la nostra Sardegna. In questa intervista toccheremo diversi punti della storia da attivista di Antonella, tra cui gli Open Data, e-government, trasparenza e tanto altro.

Conosciamo un po’ Antonella :)

Benvenuta Antonella nel mio blog, prima di entrare nel vivo dell’intervista, parlaci un po’ di te

Da persona che ama molto profondamente questa terra, la primissima cosa che dico tutte le volte che mi si chiede di raccontarmi è che sono nata, vivo e, grazie anche alla rete, lavoro in Sardegna nonostante porti avanti le mie attività professionali prevalenti per due organizzazioni non sarde.

Il lavoro

Lavoro per FormezPA, che ha sede a Roma, organizzazione che opera a livello nazionale e risponde al Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri e sono anche la responsabile AICA della mia regione (l’Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico con sede a Milano); scrivo di agenda digitale, innovazione nella pubblica amministrazione e open government anche sul portale Tiscali Tecnologia ma sopratutto spendo gran parte del mio tempo condividendo e diffondendo il mio entusiasmo per ciò che le tecnologie sfruttate consapevolmente possono migliorare nella vita delle persone.
Longlifelearning, openness, eleadership, socialnetworking … trasparenza (ho citato finalmente un sostantivo italiano!) sono concetti per me imprescindibili e dovrebbero esserlo per tutti nell’era in cui internet è diventato “internet delle cose” e la rete motore di inclusione, partecipazione, condivisione di conoscenza, crescita consapevole, cittadinanza attiva.

Sarda, di padre barbaricino e di madre campidanese, credo nelle alchimie vincenti generate dalle contaminazioni culturali e considero la Sardegna (tutta, senza campanilismi nord sud), la mia terra, la mia cultura quanto di più prezioso mi sia stato “donato” e viverli, raccontarli e condividerne la bellezza e le tradizioni rappresentano un altra delle mie passioni più profonde.

Credo nelle alchimie vincenti generate dalle contaminazioni culturali della mia terra Condividi il Tweet
Odio quelli che ” … ma perché cambiare se si è sempre fatto così” e adoro quelli che ” … dobbiamo farcela!”.
Da quasi 21 anni mi occupo di diffusione di innovazione e competenze digitali prevalentemente nel mondo della pubblica amministrazione.
Ho avuto la grandissima fortuna di ricevere gli input giusti che poi si sono trasformati in autentiche passioni prima e professione poi.

Odio quelli che 'ma perché cambiare se si è sempre fatto così' e adoro quelli che 'dobbiamo farcela!' Condividi il Tweet

Gli studi

Ho studiato scienze politiche a Cagliari sostenendo i miei studi di diritto amministrativo, niente poco di meno che, lo avrei scoperto molto dopo, col primo teorizzatore italiano del documento digitale avente valenza giuridica in un procedimento amministrativo; lui era il prof Giovanni Duni, mi nominò dottore in Scienze Politiche e fu il primo a parlare di documento firmato digitalmente avente la stessa valenza del pezzo di carta con firma autografa.

A distanza di più di vent’anni posso davvero dire che fu una autentica “illuminazione” perché da allora ho fatto mia quella passione di prof Duni nel raccontarci quanto sarebbe stato bello se anziché far correre i cittadini da un ufficio all’altro con le carte si fossero spostati i documenti in formato digitale creando meno disservizi e più trasparenza.

Parliamo di tempi, era il 1995 l’anno della mia laurea, in cui non era ancora stato coniato neppure il termine e-government, io scrivevo la mia tesi su Windows 3.1 e “Word qualcosa” e sopratutto la stampai con una stampante ad aghi rumorosissima, non esisteva una agenda digitale e internet era ancora per pochi. Capii immediatamente che quella era la strada giusta, seguii la mia passione con immensa curiosità, quella non mi abbandona mai è la considero il mio punto di forza.

Dopo la laurea

Lavorai immediatamente, dopo qualche mese, e devo dire un grazie immenso a chi mi ha dato estrema fiducia, spesso così a pelle, senza conoscermi e a tutte le persone che ho conosciuto facendo formazione in aula dalle quali ho imparato e continuo ad imparare tanto, più che in qualunque master o corso accademico. E se le stesse persone che mi offrirono le prime opportunità di crescita professionale 20 anni fa continuano a propormi meravigliose esperienze oggi vuol dire che prof Duni mi ha fatto davvero appassionare delle cose giuste ;)))

Come è nata la tua avventura nel campo del open government?

Grazie a Formez PA: si tratta di uno dei temi centrali attorno ai quali ruota tutta la formazione che porta avanti il Formez che collabora con Agid e si avvale di professionalità che in questo Momento stanno implementando la piattaforma Dati.gov.it. 4 anni fa mi sono ritrovata a moderare una community di oltre 300 partecipanti di amministrazioni pubbliche di tutta Italia che si stavano formando per la prima volta sul tema degli Open Data era il progetto Performance PA nell’ambito del quale ho scritto alcuni contenuti relativi al tema della partecipazione civica basandomi su altre esperienze europee; ero nel team che ha implementato i contenuti della piattaforma MOODLE per tutte le edizioni dei corsi Open Data, a contatto con gli esperti di contenuti di caratura nazionale che intervenivano a distanza, un autentico privilegio, ho imparato tantissimo!

Un’esperienza bellissima perché ho trovato all’interno delle pubbliche amministrazioni italiane tante persone che hanno voglia di innovare e migliorare i servizi al cittadino sfruttando la potenzialità del dato aperto ed è stato con quella prima esperienza che ho capito che il bicchiere degli Open Data in Italia nelle PA non è mezzo vuoto ;))))

I digital Champion

E poi nel 2015 quando sono stata scelta per un anno da Riccardo Luna come campione digitale sono venuta a contatto con una splendida comunità di innovatori italiani, Andrea Borruso, Piersoft, Matteo Tempestini, Rosy Battaglia (ma solo per citarne alcuni) che davvero hanno dato tantissima forza alla mia curiosità.

Non sono un informatico perciò non so descriverti nel dettaglio un file csv ma so convincerti a crearlo per il bene della collettività. ;))))

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Nel 2015 sei stata scelta come digital champion di Dorgali, vuoi parlarci di questa esperienza relativa al tuo territorio?

Considero quella una delle esperienze più belle e coinvolgenti di sempre. Sentivo la figura del digital champion calata nel territorio come se mi fosse stata cucita addosso.

Non è stato essere Digital Champion di un comune ma far parte di una squadra nazionale fatta di “teste” simili alla mia con voglia di diffondere consapevolezza e fiducia nel digitale e farlo a 360 gradi: mi ha regalato soddisfazioni grandissime!

A Dorgali…

In collaborazione con le Camere di Commercio mi sono occupata dell’organizzazione degli eventi sulla fatturazione elettronica, entrata in vigore il 29 marzo 2015 e che noi tutti Digital Champions abbiamo raccontato per primi a cittadini e imprese guidandole nei primi passi, nel Digital Day del 9 marzo (io ero alla Camera di Commercio di Nuoro ma l’ho fatto in diversi centri del Gennargentu con soddisfazione immensa).

Ho organizzato due sessioni di Coderdojo con i bambini dai 4 ai 9 anni a Dorgali e all’Aquario di Cala Gonone, esperienza pazzesca vederli programmare e realizzare un video gioco; ho coinvolto l’università della terza età di Dorgali in una invasione digitale con smartphone al seguito per raccontare un nostro sito archeologico sui social; ho raccontato la nostra attività in un sacco di scuole della mia provincia e all’Università di Sassari; ho festeggiato il trentennale di internet con i ragazzi del Liceo di Dorgali leggendo la carta dei diritti di internet approvata dal Parlamento Italiano nel luglio del 2015 e, sempre al liceo, ho organizzato una giornata sulla fabbricazione digitale e la mappatura del territorio grazie ai droni

Credimi abbiamo fatto un sacco di belle cose in blog, sui canali social e, sottolineo, senza niente in cambio se non gioia e grande soddisfazione.

Abbiamo fatto un sacco di cose belle senza niente in cambio se non gioia e grande soddisfazione. Condividi il Tweet

Di quell’esperienza rimangono i legami e contatti stabiliti, la meravigliosa rete creata, e quel grazie che ci siamo sentiti dire a Venaria Reale invitati dal Presidente del Consiglio e dal Commissario per l’attuazione dell’Agenda digitale Europea Roberto Viola.

Hai parlato di Open Data, vuoi raccontarci della tua storia con i Dati Aperti?

Si tratta di una storia molto recente, come ho già detto di soli 4 anni fa quando ho moderato una community di “opendatari” provenienti da tutte le amministrazioni italiane. E’ stato sicuramente “amore a prima vista” perché da quel momento non ho mai smesso di divulgarne l’utilità e l’importanza.

Faccio parte di quella schiera di persone che pensa che i principi generali sul valore dei dati aperti debba essere insegnato nei banchi di scuola finalizzandone l’insegnamento ad una maggiore sensibilizzazione sulla diffusione e condivisione di informazioni generate da dati veri, che non generano bufale e soprattutto che consentono di prendere decisioni più mirate, più efficaci e meno lacunose.

Considero i dati aperti oggi fulcro di trasparenza e “accountability”, il rendere conto ai cittadini del proprio operato da parte delle istituzioni, altro importante tema di cui mi sto occupando con il Formez, ecco perché penso che ogni rappresentante delle istituzioni dovrebbe avere ben chiara l’utilità della divulgazione dei dati in formato aperto e soprattutto i dati aperti danno l’opportunità alle imprese di generare altro valore creando nuovi servizi, come fai tu!

Ecco … tutte queste cose credo dovrebbero essere prima di tutto capite e divulgate e in questo senso mi piace occuparmi di open data, la mia formazione non è informatica, mi ripeto, ma quello che provo a fare è lasciare che il mio entusiasmo incuriosisca a scuola o a distanza su una piattaforma chi mi ascolta/legge, non smettendo mai di leggere da un lato ciò che mi trasmettono le comunità di sviluppatori, e dall’altro chi esamina gli aspetti giuridici inerenti privacy e diritto d’autore sui dati (temi di cui mi “nutro” con passione).

Nel campo dell’attivismo quale altre cause ti stanno a cuore?

Mi sta molto a cuore il tema del digitale nelle scuole e come viene trasmesso. Credo sia importante “sdoganare” il tema dei dati aperti e in generale tutto ciò che ha a che fare con il digitale: non può e non deve essere un tema per addetti ai lavori è la rivoluzione che ha cambiato le nostre vite nell’arco di pochissimo tempo, il digitale è parte integrante della nostra quotidianità e temere questa rivoluzione o negarla ascrivendola ad un gruppo di nerd invasati è negare la realtà ed è ciò che purtroppo si fa tutte le volte che ci si rifiuta di fare qualcosa in un modo diverso da quello in cui lo si è sempre fatto e in questo, purtroppo, noi italiani abbiamo il primato!

La cultura digitale (non il digitale, che è diverso) va diffusa nelle scuole come cultura della verità contro le menzogne perché la verità e la trasparenza o sono digitali o non lo sono, né trasparenti nè vere.

Mi taccio ;-))))

La cultura digitale va diffusa nelle scuole come cultura della verità Condividi il Tweet

Grazie mille Antonella, sei stata chiarissima, puoi lasciarci qualche indirizzo per chi volesse rimanere aggiornato sulle tue attività e i tuoi articoli?

Sicuramente il blog su Tiscali http://tecnologia.tiscali.it/socialnews/fancello/2195/ il mio account Instagram a cui sono molto affezionata https://www.instagram.com/antonellafancello/ e Twitter @antofancello e poi …. da qualche parte su Google ;-))))
Un grazie immenso a te MATTEO

Le interviste

Questo articolo con Antonella sull’Open Government fa parte di una serie di interviste che puoi consultare qui.